
The Walking Dead: adesso basta, grazie
13/04/2017Ok, sono fuori tempo massimo perché The Walking Dead si è concluso ormai da un paio di settimane, ma abbiate pietà, aprile sinora è stato un mese nero e almeno parte di ciò che mi rode dentro devo buttarlo fuori. Dunque, ho trovato un briciolo di tempo per guardarmi il finale della settima stagione; avevo zero aspettative e infatti, al termine dell’episodio, ecco la conferma: potevo spendere il mio tempo in altro modo.
È da almeno tre anni a questa parte che lo show AMC sembra prendere in giro il suo pubblico. E questa settima stagione è solo l’ultima, grande fregatura di uno show da tempo a corto di idee narrative sensate. Sedici episodi da circa un’ora ciascuno sviluppati in una prima parte all’insegna della crudeltà di Negan e dei suoi Salvatori, seguita da una seconda metà che è un noiosissimo set up di una battaglia tra buoni e cattivi che in fondo non ci sarà mai, eccezion fatta per qualche pallottola vagante, morsi di tigre e morti di cui a nessuno frega nulla.

Shiva, la tigre di Re Ezechiele, che ha regalato i secondi più belli di tutto il season finale
Doveva essere la grande rivincita di Rick nei confronti di quel cattivone di Negan, e invece lo scontro tra i Salvatori e l’all star team formato dal meglio di Alexandria, Hilltop e il Regno, ci ha solo mostrato che i buoni si sono finalmente riuniti per combattere i loro avversari. Una stagione ad aspettare la grande guerra che, indovinate un po’, si conclude ancora aspettando la grande guerra. Certo, visto da questa prospettiva è un cerchio perfetto, “chiuso” per altro con un cliffangher che bissa quello beffardo dello scorso anno e rimanda tutto alla prossima stagione, per l’ennesima volta.
Difficile non sentirsi un minimo annoiati da tutto ciò e quindi, da puro e semplice spettatore, mi chiedo: che senso ha continuare a dare credito a una serie che evidentemente punta giusto alla sua fetta di ascolti senza preoccuparsi di imbastire uno spettacolo coerente e degno del suo pubblico?
Lo show si è trasformato in un gioco di attese inutili, in cui ormai non casca più nessuno. Non sono un serial-addicted sfrenato, ma TWD lo seguo dall’inizio e ormai sento di avere l’esperienza sufficiente per rendermi conto di quando gli autori a) brancolano nel buio cercando di tirare fino al 16mo episodio, b) seminano promesse che poi non manterranno. E se ci riesco io, ci riescono benissimo i tantissimi follower sparsi per il mondo. Ora, secondo gli autori dovrei ripresentarmi puntuale alla premiere della prossima stagione per vedere finalmente Rick e Negan fare a pugni, Daryl piantare una freccia in testa a Dwight, o Carol tornare a uccidere qualcuno. Il problema è che non me ne frega più nulla, perché so come andranno le cose: avrò a che fare con un’apertura di stagione esplosiva che sarà seguita da una serie di puntate fatte di dilemmi morali, qualche zombie qua e là pronto a saltar fuori, piani assurdi di Rick destinati a fallire, altre battutine e sorrisi guasconi di Negan ecc ecc.
Perciò, se finora ho cercato di essere puntuale con la visione della serie, dal prossimo ottobre prima di sedermi sul divano controllerò bene di non avere nient’altro da fare. Solo nella solitudine più profonda e logorante, forse, deciderò di accendere la tv e scoprire chi vincerà tra TWD e un film, un’altra serie, la Play 4 e qualsiasi altro impegno (anche finto) mi si palesi davanti.