Grease, perché la brillantina non passa mai di moda

Grease, perché la brillantina non passa mai di moda

19/04/2017 0 Di AndreMovie

 

Dubito che in molti non sappiano che stasera, mercoledì 19 aprile, sia la notte di Barcellona-Juventus. Premium Sport, che ha l’esclusiva della Champions, ha pensato bene di impiegare quasi tutte le sue risorse in terra blaugrana, con una copertura volta ad aumentare l’hype del match anche tramite un countdown ufficiale partito come minimo due giorni fa. In più, la partita sarà visibile anche in chiaro, in prima serata su Canale 5, con Mediaset che punta alla monopolizzazione degli ascolti. Però, come programmazione alternativa, ecco che Italia 1 ripropone un cult assoluto: Grease.

Ora, nulla mi fa pensare che il film con John Travolta (lanciatissimo dal successo di La febbre del sabato sera) e Oliva Newton-John possa in qualche modo minacciare lo share della Champions, ma per chiunque non sia interessato all’evento del Camp Nou, abbia più di una televisione in casa e nessun altro impegno in agenda, è sempre un gradevolissimo piano B.

Grease è un film eterno, perfetto esempio del cinema che sopravvive al tempo. Pellicola del 1978, è un ritratto dell’America degli anni ’50, con le sue tavole calde e le auto cromate che corrono in strada e si riposano nei drive-in. Come American Graffiti (1973), ma con uno stile molto più kitsch e colorato, incarna la spensieratezza della gioventù statunitense pre-Vietnam, eppure è sorprendente quanto ogni generazione successiva si possa specchiare nelle dinamiche e negli stereotipi della trama.

Prendiamo i due personaggi principali, Danny Zucko (Travolta) e Sandy Olsson (Olivia Newton-John): lui è il leader dei T-Birds, e dietro la facciata da duro nasconde l’amore più candido per la dolce Sandy, ragazza di fuori città conosciuta in estate e che rischia di comprometterne la reputazione. Il quadretto è quindi quello di un adolescente costretto a gestire gli equilibri tra gli amici di una vita e la ragazza dei propri sogni: chi può dire di non essersi mai ritrovato nella stessa situazione?

Forte di una coppia di protagonisti perfetti e di un cast di contorno azzeccatissimo, a cominciare da Stockard Channing nei panni della vulcanica Rizzo, il film regala più di una scena fantastica. Due sono le mie preferite, oltre alle coreografie e le canzoni diventate classici assoluti: la gara in auto tra i T-Birds e una gang rivale, quasi una versione su quattro ruote della corsa delle bighe di Ben-Hur, e il contest di ballo in diretta tv alla Ryder’s School, che presto sfocia in un dirty dancing scandaloso per il pudore dell’epoca.

Per le ragazze degli anni Settanta, Grease è stato l’equivalente di ciò che Star Wars è stato per i ragazzi. Ora lo scenario è cambiato (anche per i musical con il fenomeno La La Land), ma il film continua a far ballare i giovani: non c’è momento revival nelle discoteche che eviti di suonare la contagiosa “Greased Lightnin” o la sensuale “You’re the One that I Want”, il gran finale in cui Sandy si trasforma da brava ragazza a vamp in pantaloni attillati di vernice nera. Perciò, se non siete juventini o gufi irriducibili, passate due orette con John e Olivia stasera, e mi raccomando: non abbiate paura di ballare con loro nella vostra stanza. Il bello è proprio questo.