Vi racconto uno dei film più originali degli ultimi anni, ancora inedito in Italia

Vi racconto uno dei film più originali degli ultimi anni, ancora inedito in Italia

04/05/2017 0 Di AndreMovie

Se i vostri problemi potessero materializzarsi, quale forma avrebbero? Mentre ci pensate, posso dirvi che quelli di Anne Hathaway hanno le sembianze di una lucertola gigantesca che terrorizza Seoul.

Purtroppo non me l’ha confidato lei stessa, l’ho semplicemente visto in Colossal, film presentato al Festival di Toronto nel 2016 e in Italia ancora inedito. L’ho recuperato solo di recente e lo dico senza indugio: è uno dei film più originali che mi sia capitato di vedere negli ultimi tempi. Per effetto sorpresa, mi ha un po’ ricordato 10 Cloverfield Lane, il secondo tassello del progetto di J.J. Abrams legato al franchise di Cloverfieldmonster movie di Matt Reeves che non nomino a caso.

Per metà, infatti, Colossal è un film di mostri, perché come già detto parla di un kaiju che devasta Seoul. Allo stesso tempo, però, è il ritratto intimo di una donna, Gloria (la Hathaway), che cerca di ricostruirsi vita e anima combattendo contro il suo mostro personale: l’alcolismo. Qual è, allora, il legame tra le due dimensioni? In qualche modo, ogni volta che la ragazza va in black out da sbronza a New York, il lucertolone si manifesta in Corea. E quel che è peggio, è lei a controllarlo mentalmente. Il bello è scoprire ragioni e conseguenze di questo straordinario link neurale…

A scrivere e dirigere è Nacho Vigalondo, per gli amici “l’uomo dal nome più divertente del mondo” (mi mette allegria solo a pronunciarlo). Nato a Cabezòn de la Sal, in Spagna, dopo tanti cortometraggi si è fatto notare con Open Windows, thriller in cui Frodo (ehm, pardon, Elijah Wood) spia via webcam l’ex pornostar Sasha Grey… Ma non divaghiamo.

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Meglio questo di anelli e compagnia bella, vero Elijah?? Sasha Grey in Open Windows (2014)

Un altro regista sarebbe potuto cadere in tentazione alzando il tiro dell’azione e degli effetti speciali nella seconda parte del film, quasi da trasformare Colossal in un nuovo (e low budget) Pacific Rim o Godzilla. Ma Vigalondo, giustamente, non lo fa. Il suo è un territorio decisamente più piccolo, di stampo indie e fedele alla solida base allegorica che regola la narrazione. Immagina i suoi mostri (sì, non dovrei dirvelo ma sono più di uno) con uno squisito look vintage, simile a quello classico che ha definito il mito dei film giapponesi della Toho. Soprattutto, non distoglie mai l’attenzione dalle dinamiche che regolano i rapporti tra i personaggi. Anne Hathaway riesce a dare lo spessore necessario a un personaggio sulla cui personalità sregolata si regge l’intero film: una prova convincente, ma in linea con il talento già dimostrato più volte dall’attrice. Per questo, forse, la vera sorpresa è Jason Sudeikis, che interpreta Oscar, un amico di infanzia della protagonista. All’inizio sembra la classica spalla comica costruita per aiutare Gloria a rimettere ordine nella sua vita, e invece, con il proseguire della storia, rivela ombre oscure difficili da prevedere.

Il consiglio, se vi capita di guardare Colossal, è di approcciarlo senza la presunzione di sapere già cosa aspettarsi. Liberatevi da certi schemi e buttatevi in un puzzle sorprendente, dal profondo significato simbolico, in cui comico, drammatico e fantastico si alternano in un accattivante mix di stili. Potreste anche imparare qualcosa, tipo quanto sia essenziale dare il giusto peso alle cose, o come i nostri demoni interiori abbiano una concretezza tremendamente reale, e proprio per questo si possano combattere guardandoli in faccia.

Di spunti creativi così, che divertono con trovate non demenziali ma intelligenti e curiose, Hollywood non può e non deve farne a meno.

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Il colmo per un alcolista? Trovare lavoro in un bar… Anne Hathaway e Jason Sudeikis in Colossal (2016)