
Wonder Woman: una luce per il DC Universe
19/06/2017In fondo, non deve sorprendere più di tanto che sia stata lei a dare il cambio di rotta più netto. Sin dal suo ingresso in Batman v Superman, un antipasto di poche scene prima dello scontro con Doomsday, era chiaro come la Wonder Woman di Gal Gadot fosse pronta a rubare i riflettori ai colleghi maschi. Ma le controversie legate al film di Zack Snyder prima, e a Suicide Squad di David Ayer poi, avevano circondato di perplessità lo stand alone sulla principessa amazzone. Dubbi che il film di Patty Jenkins ha saputo risolvere grazie all’ingrediente che più era mancato ai suoi predecessori: l’equilibrio.
Le sostenitrici del “girl power” possono ragionevolmente gioire: Wonder Woman è un film che sembra costruito sullo slogan “uomini, fatevi da parte” e dona al parco di cinecomic di Hollywood quella che potrebbe tranquillamente essere definita come l’eroina definitiva. Una figura femminile fortissima, magnetica grazie anche all’ipnotica bellezza di Gal Gadot e incarnazione dei valori migliori dell’umanità.
Patty Jenkins è riuscita laddove Snyder e Ayer erano inciampati: alle spettacolari scene d’azione con immancabile slow motion, ha donato al film una sua precisa identità, visiva e narrativa. Wonder Woman dall’inizio alla fine prosegue per la sua strada con personaggi dai contorni ben definiti e in più aggiunge quel guizzo umoristico che sì, fa molto Marvel, ma si dimostra funzionale anche in questo contesto. Un insieme che rende scorrevoli le due ore e mezza di durata, quasi una piuma se paragonate a quelle di BvS.
Il punto, ora, è chiedersi se questa ricetta sia destinata a restare isolata all’origin story di Diana Prince o invece possa essere ciò che l’intero franchise stava cercando. Più volte, in questi mesi, cast, registi e produttori hanno dichiarato di voler alleggerire i toni dark dell’universo, che comunque non sono mai stati il vero problema. L’oscurità, piuttosto, avvolgeva il futuro partendo da un presente confuso da riscritture di sceneggiatura e divergenze creative tra registi e produzione. Questioni che con Wonder Woman sembrano essere state dimenticate.
Che la guerriera amazzone, allora, sia il vero punto di partenza: ciò che serve per risollevarsi, soprattutto in un ecosistema che vuole essere condiviso, è un’idea organica in tutti i suoi elementi, con toni e registri reinterpretabili a seconda dell’eroe (e della storia) di riferimento. Il prossimo passo si chiama Justice League e dirà molto (forse tutto) sul futuro. Zack Snyder ha deciso di abbandonare la post-produzione a seguito del tragico suicidio di sua figlia, cedendo il testimone delle scene aggiuntive al “The Avenger” Joss Whedon. Warner ha assicurato che l’ex regista Marvel rispetterà l’idea di Snyder, limitandosi a fare il compitino, ma potrebbe anche essere il tassello utile a dare il giusto twist al crossover.
Con Wonder Woman in testa al box office mondiale, Warner e DC hanno avuto la dimostrazione che il pubblico crede ancora nei loro supereroi. È tempo di ripagarlo con il decisivo salto di qualità.