Eraserhead: il primo incubo di David Lynch torna al cinema

Eraserhead: il primo incubo di David Lynch torna al cinema

04/09/2017 0 Di AndreMovie

Il primo incubo non si scorda mai, proprio come tutte le prime volte. Il mio è stato dei più classici: un mostro sbucava dal buio della mia stanza, mi rapiva dal mio letto e mi trascinava via con sé. Quello di David Lynch, cinematograficamente parlando, è stato un tantino più strutturato, complesso e folle. E ora, grazie a Criterion e alla Cineteca di Bologna, torna al cinema in una versione restaurata in 4K.

Eraserhead – La mente che cancella è il film d’esordio di un regista geniale, provocatorio e controverso. Un sogno di “oscurità e inquietudini”, per usare le stesse parole di Lynch, che ad ogni visione aumenta il senso di disagio e sì, anche di orrore. Non è un film qualsiasi, ma un’opera unica che anticipa da un lato le immagini bellissime dei vari The Elephant Man, Dune e Cuore selvaggio, e dall’altro le narrazioni disturbanti di Twin Peaks: fuoco cammina con me, Strade perdute o Mullholland Drive.

Spesso mi sono chiesto come sia possibile avvicinare il pubblico più giovane, per il quale Lynch magari è semi-sconosciuto, a un’opera del genere. Talmente a sé che, quando uscì nel 1977, venne giudicata impossibile da distribuire e trovò spazio solo nel circuito delle proiezioni di mezzanotte newyorchesi (cosa che poi si rivelò una fortuna perché contribuì a rendere il film un fenomeno di culto). Ebbene, tanto per cominciare, Eraserhead è qualcosa di così assurdo da risultare sinistramente affascinante.

Il senso del film non è da cercarsi nella trama, quasi impossibile da ricostruire con un filo logico, ma nella sua forza stilistica e simbolica. Ambientato in desolati spazi post-industriali, immersi in un bianco e nero tanto elegante quanto nevrotico, è un insieme di quadri grotteschi, surreali e raccapriccianti. Qualche esempio? Un piatto con un pollo in miniatura che si muove e perde sangue ogni volta che lo si infilza con la forchetta, un bambino deforme e malato, o la creatura simile a un verme che compare nella bocca del protagonista, Henry Spencer (Jack Nance). Porsi domande su quanto sta succedendo non serve: occorre solo godersi il momento, consapevoli di trovarsi nel pieno delirio dell’inconscio che tanto Lynch ha esplorato nel corso della sua carriera, abbracciando un onirismo surrealista che ha fatto suo come pochi altri prima e dopo di lui.

Guardare Eraserhead, tanto più adesso che torna al cinema con l’abito rinnovato, significa entrare nel mondo di un artista per cui non valgono confronti. Un mondo insolito e visionario, che non per forza deve avere una spiegazione, anzi. Il cinema di Lynch, ricco di ossessioni, si fonda sull’incertezza e sulla magia del sogno, sull’oscurità dell’incubo, e su una realtà che non cerca risposte e non conosce linearità o confini. Libertà invidiabile, che ha contribuito a renderlo unico.