
C’è del marcio a Hollywood
20/10/2017Il caso Harvey Weinstein continua a coprire Hollywood come una grande ombra che non smette di allargarsi. Accusato di molestie sessuali ai danni di attrici e colleghe perpetrate per decenni di carriera, il celebre produttore è sotto indagine e ha sgretolarsi tutto il suo impero, professionale (la sua compagnia lo ha licenziato) e privato (la moglie ha chiesto il divorzio).
La bomba è scoppiata con un articolo del New York Times, che, basandosi su testimonianze precise – fra cui quella dell’attrice Ashley Judd -, descriveva i viscidi comportamenti di Weinstein. Dal momento della pubblicazione, si è messa in moto una cascata ininterrotta di reazioni e rivelazioni: almeno 46 donne hanno accusato Weinstein di averle molestate. Fra queste, i premi Oscar Gwyneth Paltrow, Angelina Jolie e Lupita Nyong’o, seguite da Asia Argento e Lena Headey (la Cersei del Trono di Spade), tutte uscite allo scoperto raccontando di aver subito, chi in modo più “lieve” e chi più esplicito, avance non gradite da parte del produttore.
Il ritratto che ne è venuto fuori, è quello di un viscido predatore pronto a gettare i tentacoli intorno al collo di qualsiasi essere con sembianze femminili gli passasse accanto, facendo leva sul suo potere per evitare denunce ufficiali. La condanna all’orco si è fatta sempre più assidua e Weinstein non ha giustificazioni. Ma la colpa non è solo sua: praticamente chiunque sia diventato una stella del cinema, regista o attore che sia, ha lavorato con lui. Difficile non sapesse nulla dei suoi atteggiamenti, eppure il silenzio ha regnato sovrano sino all’esplosione. Forse, dunque, è un po’ tutta Hollywood a doversi fare un bell’esame di coscienza ed è chiaro sin da ora che per ripulire la propria immagine servirà ben più di un effetto speciale. C’è qualcuno, però, che almeno un passo avanti l’ha già fatto.
Quentin Tarantino, che con Weinstein lavora sin dall’inizio della sua carriera, quando ancora esisteva la Miramax, ha deciso di parlare chiaro e di fare mea culpa: «Sapevo abbastanza da poter fare più di quello che ho fatto – ha dichiarato il regista al New York Times – Giravano troppi rumor perché fossero solo gossip. Non erano informazioni di seconda mano e io lo sapevo. Dovevo prendermene la responsabilità, ma so che qualunque cosa dica adesso suonerà come una banalissima giustificazione».
Weinstein, per altro, ci aveva provato persino con la fidanzata di allora di Tarantino, Mira Sorvino. Quentin spiega così la faccenda: «All’inizio ero scioccato, ma pensavo di aver chiarito tutto dicendogli che era la mia ragazza, credevo si fosse solo infatuato di lei. Il mio errore è stato minimizzare il problema. Chiunque sia stato vicino ad Harvey almeno una volta avrà sentito di quegli incidenti, è impossibile il contrario. E invito queste persone a farsi avanti senza avere paura. Non basta affidarsi ai comunicati, per chiunque abbia una coscienza».
Vedremo chi ti seguirà, Quentin.