Ave, Zio del tuono!

Ave, Zio del tuono!

01/11/2017 0 Di AndreMovie

Notte di Halloween. Per tradizione ci starebbe un horror, ma i miei piani sono diversi. Anche perché IT l’ho visto e applaudito una settimana fa e del nuovo Saw: Legacy onestamente non mi frega nulla (come di tutta la saga dal secondo capitolo in avanti). Così, dopo aver visto una famiglia costretta a rinunciare a Pennywise causa bimbi più piccoli di 14 anni (rimbalzati), vado convinto verso Thor: Ragnarok, sicuro di godermi due ore di facile intrattenimento. Ciò che non mi aspettavo, però, è che non avrei smesso di ridere dalla prima all’ultima scena.

Il film di Taika Waititi è forse quello più vicino alla commedia pura dell’intero Universo Marvel. Anche più dei Guardiani della galassia per certi versi, che tra i siparietti di Star Lord e soci si riservano momenti di serietà. La storia di Thor: Ragnarok è immersa in un umorismo incalzante, che coinvolge tutto il cast. È un registro inedito per la saga e al primo impatto può disorientare, poiché il figlio di Odino non ha mai avuto un ritratto così ironico, che si fa beffe del suo status di divinità in mille modi diversi. E il risultato è un eroe più umano e più idiota allo stesso tempo, con Chris Hemsworth libero di sfogare tutta la sua contagiosa simpatia australiana, oltre che alla solita, invidiabile fisicità.

Thor-Yes

Il bello è che da questo vortice non si salva nessuno: Loki sembra aver dimenticato qualsiasi tipo di rancore verso il fratellastro e si rivela l’alleato che non era mai stato. Ma è Hulk a sorprendere: sinora il personaggio era stato esplorato soprattutto dal punto di vista di Bruce Banner, mentre stavolta è il suo gigantesco alter ego al centro di tutto, rivelando una personalità da bambinone capriccioso che con Thor crea scene esilaranti, da vero buddy movie. Se poi aggiungiamo Jeff Goldblum nei panni dell’eccentrico Gran Maestro di Sakaar, che ribattezza il Dio del tuono… Zio del tuono, allora capite bene come il livello di humor qui raggiunga livelli demenziali ancora inesplorati non solo dal franchise, ma dall’intero MCU.

Ora, un critico puntiglioso si perderebbe in note tipo “le gag in serie sono esagerate alla lunga e lo stile di racconto troppo distante rispetto a quello dei capitoli precedenti”. In parte ci sta, ma per come la vedo io, se un film (cinecomic o meno che sia) ti diverte senza pause e forzature, significa che funziona e pure bene. Inoltre, Thor: Ragnarok è di un’originalità assoluta all’interno della sua trilogia: ha una messa in scena coloratissima, effetti speciali che trasformano alcune scene in quadri in movimento – su tutti lo scontro tra l’esercito di Valkyrie ed Hela, di una potenza visiva notevole – e momenti action di grande dinamicità e fluidità. Senza dimenticare la consapevolezza che Thor matura dei suoi poteri e delle sue responsabilità di Re di Asgard.

valkyrie

Tanto di cappello a Waititi allora, regista cresciuto nel contesto indie/indipendente (recuperate What We Do in the Shadows e Hunt for the Wilderpeople: due piccole gemme) che non ha sofferto di alcun timore reverenziale alla sua prima sfida con una produzione importante.

Un altro passo verso Infinity War è compiuto. Thanos è sempre più vicino.