Tanti auguri Will Hunting! Il genio ribelle compie 20 anni

Tanti auguri Will Hunting! Il genio ribelle compie 20 anni

02/12/2017 0 Di AndreMovie

Il 2 dicembre 1997 nelle sale americane usciva Will Hunting – Genio ribelle. Dato che i numeri non ingannano, quindi, il film compie 20 anni. Traguardo importante, che mi sento in dovere di festeggiare scrivendo due righe d’omaggio.

Primo perché l’opera di Gus Van Sant è uno dei miei film preferiti (mi ricordo che lo vidi di pomeriggio, in un cinema di Pavia con mia nonna). Secondo, perché possiede il raro dono di sopravvivere al tempo. Anzi, fa di più: emoziona a ogni visione grazie a toccanti momenti di vita raccontati su pellicola. In pochissime parole, la storia ruota attorno al rapporto fra Will (Matt Damon), giovane genio con l’abitudine a mettersi nei guai, e Sean Maguire (Robin Williams), lo psicologo che accetta di seguirlo su pressioni dell’amico e luminare matematico Gerald Lambeau (Stellan Skarsgard), che vorrebbe far conoscere al mondo il talento del ragazzo.

L’adolescenza, con le sue pulsioni e i suoi tormenti, è sempre stata al centro dell’opera di Van Sant, ma qui, forse come in nessun altro dei suoi film, il regista la esplora insieme alle difficoltà dell’età adulta. Le due dimensioni si incrociano attraverso i rapporti fra Will e Sean e fra Sean e Gerald: relazioni che costringono tutti a confrontarsi con un passato di dolore e rimpianti, un presente problematico e un futuro incerto, ma prezioso poiché ancora da scrivere.

Il cast è da applausi, ma su tutto e tutti c’è la performance di Robin Williams: divertente, commovente, aperta all’improvvisazione (l’aneddoto sulla flatulenza della moglie di Sean, per esempio, era fuori script), racchiude tutta la grandezza di un attore che al cinema manca maledettamente. E poi ci sono i due amiconi Damon e Affleck, due giovani che nel 1997 si ritrovano con l’Oscar in mano per la sceneggiatura di un film scritto a quattro mani e che all’inizio doveva avere i contorni di una spy story, in cui un geniale uomo comune di Boston finiva a lavorare per la CIA.

Col senno di poi, meglio che le cose siano andate come sono andate. Perché in caso contrario non avremmo avuto scene come la stupenda lezione di vita che Sean regala a Will in un monologo che basta ascoltare.

A distanza di vent’anni dall’uscita nelle sale americane, Will Hunting resta una di quelle gemme che vale la pena rivedere. È un film profondo, dalla sensibilità non comune né retorica, girato con il giusto equilibrio emotivo e narrativo e recitato ancora meglio.

Tanti auguri davvero.