Avengers: Infinity War, Thanos e quel finale da panico

Avengers: Infinity War, Thanos e quel finale da panico

29/04/2018 0 Di AndreMovie

[Attenzione! Il testo contiene SPOILER sul film. Utente avvisato, mezzo salvato]

Se faccio un salto indietro nel tempo sino al 2008 e uso un pochino di immaginazione, riesco a vedere chiaramente Kevin Feige, Jon Favreau e gli altri uomini Marvel discutere intorno a un tavolo del gigantesco universo che avrebbero costruito nei successivi dieci anni. Li sento dire: «Realizziamo il più grande ecosistema di supereroi mai visto al cinema, con personaggi forti a cui è fin troppo facile voler bene. E poi, arrivati al primo, vero climax, sgretoliamone la metà». Beh, i sadici furbacchioni hanno mantenuto la parola.

Avengers: Infinity War – Il finale shock

Lo ammetto senza vergogna: nonostante pensassi che nulla potesse ormai spiazzarmi dei film Marvel, il finale di Avengers: Infinity War mi ha un tantino destabilizzato. Già si era partiti “soft” con la morte di Loki nella scena d’apertura, ma non ero preparato a guardare metà dei protagonisti dissolversi in granelli di polvere insieme a una buona fetta di popolazione terrestre, dopo un solo schiocco di dita di Thanos. E come me il resto del pubblico in sala, calato in un silenzio incredulo.

Ho preso male soprattutto l’addio di Spider-Man, con Peter Parker che, terrorizzato, scompare tra le braccia di un Tony Stark inerme e allo stremo. E il bello è che tutto avviene con la naturalezza di un soffio di vento.

Osservavo i titoli di coda – mai così sobri, in linea con il mood funebre – nella speranza di una scena post-credit che mi possa ricomporre, ma la pillola di Samuel L. Jackson con rimando a Captain Marvel (in uscita a marzo 2019) è servita a poco. Insomma, panico.

Ci ho messo una notte di sonno e una mattina all’Ikea per raffreddare le emozioni e razionalizzare tutto. Ora, finalmente, sono arrivato a una semplice, rasserenante conclusione: è giusto così. Perché un finale simile era l’unico possibile per un film con al centro un nemico che, al momento, non si può sconfiggere. Non sempre i buoni vincono e Marvel ce lo ha ricordato dopo averci fatto credere il contrario per dieci anni. Un po’ stronzetti? Forse, ma era esattamente dove volevano portarci.

Avengers: Infinity War – C’è speranza

Tranquilli comunque, i motivi per non cadere nello sconforto sono diversi. Per esempio, stento a credere si siano già liberati di Black Panther e Spidey senza complimenti, dopo averne appena lanciato le due nuove saghe. Il primo è uno dei maggiori successi dell’anno al botteghino e il secondo punta molto su Tom Holland e sul nuovo franchise in sviluppo dalle parti di Sony (chissà se si intreccerà mai con Venom…).
Per non parlare dei Guardiani della Galassia, di cui in pratica resta solo Rocket: non temete, anche loro in qualche modo torneranno nel 2020 con il terzo film. James Gunn ne ha già scritto la sceneggiatura e Chris Pratt/Star Lord l’ha applaudita senza troppo mistero.

Quindi non posso sapere come, ma scommetto tutto sul fatto che chi oggi non c’è più prima o poi risorgerà, poiché tutto in casa Marvel è bilanciato secondo una sorta di “disegno superiore”.

E a proposito di equilibrio, Infinity War vacilla poco: ogni personaggio ha il suo giusto spazio, le storie si intrecciano senza difficoltà, i siparietti comici hanno una precisione chirurgica e le due grandi battaglie del film su Titano e Wakanda non stancano mai (nulla a che vedere, per esempio, con l’azione di Age of Ultron, che appesantiva alla distanza). Non è semplicissimo gestire in questo modo un’opera corale per 2 ore e 45 minuti, ma registi e autori già si erano ben allenati con Winter Soldier e Civil War.

thanos-infinity-war

Avengers: Infinity War – Thanos

Il punto è che questo è anzitutto il film di Thanos, sotto le cui violacee sembianze digitali si nasconde Josh Brolin (che tra poco vedremo anche nei panni di Cable in Deadpool 2). È lui il vero protagonista e rivela più sfumature e ambiguità di quante mi aspettassi, nonostante fose i: freddo e spietato nel travolgere ogni cosa nel corso della sua ricerca delle gemme; quasi tenero nel suo rapporto con Gamora, la figlia preferita. Una relazione di odio e amore perfetta per qualsiasi family drama e che qui trova la sua dimensione collegandosi con le sorti di tutti.

E che dire di Hulk? Trovo il suo percorso a dir poco geniale. All’apparenza sembra procedere al contrario: in Thor: Ragnarok era devastante ma con un carattere da bambinone capriccioso e ora, dopo averle prese da Thanos a inizio film, si nasconde dietro a un mix di vergogna e paura che lascia campo libero a Bruce Banner. Un’ulteriore dimostrazione di come ciascun personaggio segua sempre una propria rotta e abbia un profilo sì tracciato ma ancora con contorni da definire.

Aspettiamo sereni la prossima battaglia, dunque, che già oggi promette di essere la più epica e romantica: a combatterla, forse per l’ultima volta, ci saranno gli Avengers originali, coloro che sin dall’inizio sono il cuore pulsante dell’MCU. E chi ha iniziato, deve anche finire. Dopodiché sarà tempo per un nuovo ciclo.