Thanos, molto più di un villain

Thanos, molto più di un villain

30/04/2018 0 Di AndreMovie

[Attenzione! Il testo contiene SPOILER sul film. Utente avvisato, mezzo salvato]

L’ingresso di Thanos in Avengers: Infinity War non rappresenta solo l’entrata in scena del villain più potente mai apparso nell’MCU. È qualcosa di più importante e profondo, che impatta su tutto quanto costruito in dieci anni dai Marvel Studios.

Thanos – Nulla è per caso

Il personaggio è stato cucinato a dovere, a fuoco lento, con apparizioni centellinate ma via via sempre più percepibili. Il primo passo è stato Avengers, con la battaglia di New York e la scena post-credit; quindi gli spezzoni in Guardiani della galassia, che ne hanno svelato il legame con Gamora e Nebula. Si è proseguito con un’altra scena post-credit in Age of Ultron sino al finale di Thor: Ragnarok, preludio alla tragica scena d’apertura di Infinity War.

In realtà, Thanos è sempre stato una presenza aleggiante in ogni stand-alone. Una minaccia strisciante che si è manifestata in tutta la sua violenza nel maggior climax narrativo delle 4 Fasi. Inevitabile che diventasse lui il vero protagonista del film. Non solo per quanto si era fatto attendere, ma anche per un potere che va oltre la forza fisica disumana: in un colpo solo è riuscito a trasformare struttura e linguaggio dell’intero MCU.

Mi spiego, prima di sembrare delirante: come ho già accennato in un mix di riflessioni a mente semi-fredda, per dieci anni Marvel ha diffuso nel pubblico la sicurezza di vedere i suoi eroi preferiti sempre vincitori. Invulnerabili quasi, a dispetto di qualunque avversario. Thanos ha ribaltato la situazione e gli Avengers per la prima volta hanno agito non per sconfiggere un nemico, ma per sopravvivere. E i siparietti comici, limitati rispetto ad altre occasioni, servivano giusto per stemperare il senso di ansia provocato dalla sua venuta.

Per capire meglio il concetto, basta analizzare i due piani di combattimento: quello elaborato da Stark, Doc Strange, i Guardiani e Spider-Man su Titano si fondava più su tattiche diversive nella speranza di sfilargli il guanto con le gemme. La battaglia di Wakanda, invece, è stata una valorosa prova di resistenza per proteggere Visione e distruggere la gemma della Mente incastonata sulla sua fronte, prima che Thanos se ne impossessasse. Solo Thor ha mirato dritto al cuore, ma neppure questo è bastato a evitare lo scioccante cliffangher.

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L’ambiguità del male

La ricchezza di Thanos è nel suo ambiguo senso morale: è una figura ricca di contraddizioni, che distrugge per rifondare, sopportando sacrifici forse come nessun altro. Un profilo perfetto per renderlo un villain con cui si può anche empatizzare. È sincero, infatti, il dolore che prova per il sacrificio della sua Gamora, così come pietrificante è la freddezza con cui, nell’opening scene, uccide Heimdall e Loki.

Non credo che sia un caso isolato al semplice crossover. È stato costruito con troppa attenzione e Marvel guarda sempre alla lunga distanza. No, Thanos è il simbolo ultimo di un’ecosistema codificato sì alla perfezione, ma – a dispetto delle critiche – mai cristallizzato e anzi, sempre in evoluzione, con una capacità di adattarsi al contesto che non ha eguali nel panorama dei grandi franchise di oggi.

Concorrenza e futuro

Warner e DC hanno a provato a replicane il modello con un’organizzazione diversa e, sotto alcune sfumature, anche più accattivante. Ma, ahimé, hanno peccato di una programmazione inadeguata – e di una certa supponenza -, sfornando titoli di punta con risultati a dir poco rivedibili, Wonder Woman esclusa.

Il flop dei rivali non ha fatto altro che esaltare ancora di più la solidità del piano Marvel, ormai un brand tentacolare nel panorama audiovisivo. È un colosso che sperimenta, sbaglia (le serie su Netflix, per quanto mi riguarda, hanno avuto un tracollo piuttosto considerevole dalle prime stagioni di Daredevil e Jessica Jones) e comunque va sempre dritto per la sua strada con una sicurezza invidiabile.

Il futuro ha i nomi di Ant-Man & The Wasp, Captain Marvel e Avengers 4, senza dimenticare le dimensioni targate Fox (Deadpool 2, imminente, e l’interessante New Mutant, mix di superpoteri e vene horror) e Sony (il sequel di Spider-Man: Homecoming previsto per il 2019 e l’intrigante Venom). Il materiale creativo è pressoché infinito e Kevin Feige & Co. hanno intenzione di spremerlo fino all’ultima goccia, così da influenzare la cultura pop per altri dieci anni e più.