
Venom, parola d’ordine: dimenticare Suicide Squad
01/08/2018Il mondo ha già abbastanza supereroi. Lo strillo è di quelli che si fanno sentire e Sony non poteva trovarne uno migliore per circondare di hype Venom. La curiosità verso il cinecomic è tanta e sin dal primo trailer la filosofia del film è parsa chiara: qui il vero protagonista è il cattivo.
Della serie: basta eroi buoni, lasciamoli ad altri universi. Quella che si vuole raccontare è una storia con un protagonista duplice per natura, sempre in bilico sul confine che separa bene e male. Il domandone, che non risolveremo prima del prossimo ottobre quando il film uscirà nelle sale, è: funzionerà o sarà un altro Suicide Squad?

Margot Robbie “mamma-quanto-sei-gnocca” in Suicide Squad
Sì perché Warner Bros. puntava parecchio sul gruppo di antieroi di David Ayer, ma le cose non sono andate proprio secondo i piani. I ragazzacci DC più che supercriminali sono sembrati eroi travestiti da villain, con zero ambiguità morale e troppe buone intenzioni. D’altra parte a Will Smith il ruolo del cattivo proprio non calza e Margot Robbie… no, lei funziona sempre, figuriamoci vestita da pazza-sexy-clown…
In ogni caso, Suicide Squad ha fallito proprio perché non è riuscito a trovare l’equilibrio delle parti in gioco, cosa che per Venom è ancor più indispensabile. Il rapporto tra Brock e il simbionte alieno che si impossessa del suo corpo vive della conflittualità tipica di qualsiasi relazione: è scontro vero, ma allo stesso tempo nessuno dei due riesce a fare a meno dell’altro. Questo perché, in fondo, sono complementari.
Luce e buio in una sola anima: dicotomia perfetta che un attore come Tom Hardy è in grado di gestire al meglio, sia per fisicità sia per il talento espressivo che da sempre lo contraddistingue.

Abbiamo parassiti per caso? Tom Hardy in una scena di Venom
L’obiettivo di Sony è ambizioso e chissà se il film farà da apripista a quel ciclo di titoli dedicati ai villain di Spider-Man che tempo fa si diceva dovesse culminare con il crossover sui Sinister Six. Di certo c’è che con il Marvel Universe Venom non avrà nulla a che fare (per ora) e al Comic-Con di San Diego il film è stato definito come “il primo cinecomic senza eroi”.
Ottimo, sperando che non sia un altro tranello. Se così fosse, il tonfo per Sony sarebbe ancora più fragoroso rispetto a quello di WB e DC, primo perché il film ruota intorno a un singolo personaggio (e non un insieme di personalità, più complicato da amministrare), secondo Venom è una figura creata apposta per rispettare la regola base di qualsiasi testo narrativo, ossia la co-esistenza di protagonista e antagonista.
Quante volte, nei fumetti, l’abbiamo visto prima lottare e poi allearsi con Spider-Man, sua nemesi per eccellenza? In più, qui il suo avversario ce l’ha sul serio: è il Dr. Carlton Drake (Riz Ahmed), che intende creare una nuova razza attraverso esperimenti di fusione fra simbionti extraterrestri e cavie umane (salvo poi diventare lui una creatura letale: in questo ricorda parecchio il personaggio di Tim Roth in Hulk con Edward Norton…).
Indizi più chiari sui toni del film li avremo anche dal rating, che ancora balla fra un vietato ai minori e il consueto PG-13. Ma si tratta più di un dettaglio, perché a decidere la riuscita del film o meno sarà la forza con cui l’intera storia saprà reggersi sulle caratteristiche da anti-eroe di Brock.
Piccola curiosità: la battuta “Noi siamo Venom” pare già diventata la controparte di “Noi siamo Groot” di Guardiani della galassia. Senza nulla togliere a Star-Lord e soci (idoli), in questo contesto non so ancora come prenderla…