
Pet Sematary: a volte è meglio essere morti
10/10/2018Non è nulla di eccezionale il primo trailer di Pet Sematary, ma gode del privilegio di cui approfittano tutti gli adattamenti tratti da un romanzo di Stephen King: intriga solo per il fatto di tradurre in immagini qualcosa concepito dalla mente del Re.
La storia racconta della famiglia Creed, tra le più serene di quelle descritte nei romanzi di King. Abbiamo Louis, un medico, sua moglie Rachel, la figlia Ellie, il piccolo Gage e il gatto Church. Da Boston si trasferiscono nella cittadina di Ludlow, in una casa davanti la quale passa una strada molto trafficata. Nelle vicinanze, un vecchio cimitero di animali. Neppure si immaginano i tragici eventi che li collegheranno a quei luoghi. La cosa tremenda è che ai Creed non ci si mette troppo ad affezionarsi e l’empatia rende ancora più nera l’oscurità che li aspetta.
Pet Sematary – Una drammatica ispirazione
Stephen King non avrebbe mai voluto pubblicare Pet Sematary. Una volta scritto, l’aveva giudicato troppo macabro e nascosto in un cassetto, salvo poi dedicarsi a La zona morta. Solo una serie di questioni contrattuali con la Doubleday l’hanno convinto a rispolverare il manoscritto, eppure King non ha mai preso parte alla promozione del libro. Perché mai tanta resistenza? Beh, c’è tanto della storia personale dello scrittore nella vita della famiglia protagonista. Come i Creed, i King si erano trasferiti a Orrington, nel Maine, in una casa in affitto dinanzi a una linea di traffico importante. Quella strada, vicina a un cimitero di animali con la scritta Pet Sematary su due assicelle incrociate, si era “fatta un sacco di bestioline” raccontava una vicina. Un giorno si prese anche Smucky, il gatto di Naomi, figlia di King, e ha rischiato di prendersi anche la vita del figlio Owen, che aveva diciotto mesi quando per poco non venne travolto da un autobotte.

Ciao, sono Church, un gattino tanto tenero dal pelo arruffato. Ah, sono anche zombie.
La tragedia sfiorata ha portato il Re a sfogarsi e a riflettere mettendo tutto su carta. Dalle pagine affiorano parecchi interrogativi, profondi e angoscianti. Uno su tutti: cosa saresti disposto a fare se in un amen perdessi tutto ciò che ami?
È questa l’ansia di fondo: vedersi la vita stravolta in un istante. Senza più controllo o razionalità. Senza spiegazioni. Louis Creed è un medico, non crede nell’aldilà e – come qualsiasi medico – si ritiene un po’ al di sopra della morte. Presunzione che lo porterà a mettere in discussione ogni sua certezza quando le cose precipiteranno. E ad agire in preda alla disperazione pur di riavere indietro ciò che ha perso.
Certe volte morto è meglio
È un dramma famigliare Pet Sematary, che alla tragedia unisce l’irresistibile e inquietante fascino dei morti viventi. Lo “zombie” però in questa storia ha una valenza diversa. Più sconvolgente, per quanto mi riguarda, delle creature di George Romero. Perché qui ciò che riemerge da sottoterra non lo fa per un virus misterioso, allegoria del capitalismo o dello stato della società. Lo fa perché qualcuno ha voluto riportarlo indietro, nella (macabra) speranza di ritrovare chi gli era stato portato via. Ma niente torna pulito dal mondo dei morti…
Nuova versione, nuove speranze
Il film che 20th Century Fox distribuirà in Italia nel 2019 è il secondo adattamento del romanzo. Il primo era uscito nel 1989: diretto da Mary Lambert, lo ricordo più per la presenza dei Ramones nella colonna sonora che per altro e forse è anche per questo che ripongo speranze nel “riproviamoci” di Fox.
Dal canto suo, Hollywood continua a mungere dall’opera kinghiana: Pet Sematary arriva dopo It, Il gioco di Gerald e 1922 su Netflix, Castle Rock su Hulu (sì, ci sarebbe anche La Torre Nera ma preferisco considerarlo un film a sé), segno che il Re continua a essere una fonte preziosissima da cui attingere.
Dal trailer è un po’ difficile capire come verrà tradotta la storia anche perché il video stuzzica lasciando intuire quanto di malefico circonda il cimitero, prima di sfoderare immagini ed volti terrorizzati che sono un classico dei trailer horror.
Mi auguro solo che il nuovo Pet Sematary vada oltre il puro lato horror: è una storia troppo forte per essere ridotta al mero prodotto commerciale. Ti si attorciglia addosso in modo violento, a tratti anche sgradevole. Non riuscire a riprodurre questa sensazione su grande schermo sarebbe un peccato mortale.