
Stan Lee, il più super dei supereroi
13/11/2018È morto a 95 anni Stan Lee. Età invidiabile per andarsene, ma Stan sembrava circondato da un’aurea straordinaria, quasi leggendaria, che ancora un po’ si fatica a crederci. Una delle prime cose che mi è venuta in mente appresa la notizia è stata la geniale caricatura pensata per lui da Matt Groening nei Simpson: un uomo così immerso nel mondo supereroico a cui ha dedicato tutta una vita, da credersi lui stesso un supereroe.
La verità è che Lee era davvero il più super di tutti. Quello che ha fatto con la Marvel da quando si chiamava Timely Comics è stupefacente. Insieme a colleghi altrettanto immensi come lui ha saputo rivoluzionare il superuomo, umanizzandolo. Pensateci: Spider-Man, X-Men, Fantastici 4, Hulk, Iron Man… esseri fuori dal comune eppure emarginati. Individui quasi sempre fuori posto nella loro eccezionalità.
Il paradigma è diventato la filosofia di un intero movimento artistico, linfa di una mitologia moderna e per quanto io stesso ami il Marvel Universe, il cinema non è mai riuscito a replicarlo come avrebbe potuto.
Questione di linguaggi, di pubblico, di leggi commerciali probabilmente. Ma forse è giusto così perché nonostante gli immancabili ed esilaranti cameo, il lavoro di Stan Lee era e sempre resterà tangibile sulle pagine dei suoi fumetti, che ha saputo trasformare in qualcosa di più di un semplice mezzo di intrattenimento.
Da artista qual era, ha lanciato messaggi importanti, cruciali dovremmo dire, come la denuncia della diffusione della droga fra i giovani. Era il 1971, il contesto un trittico di storie su Amazing Spider-Man e Lee ha avuto la forza di contravvenire a ogni singola regola del Comics Code che da circa 20 anni imprigionava il fumetto in un’assurda censura. Conseguenze? Dirompenti, il Code abbattuto e il resto… beh il resto è storia.

Chris “Thor” Hemsworth ricorda Stan Lee su Instagram.
Inutile dire quanto numerosi e affettuosi siano stati i ricordi di tutto il mondo Marvel e non. Gli Avengers l’hanno salutato in coro, insieme ai milioni di fan. Ho trovato particolarmente emozionante il post di Robert Downey Jr: “Ti devo tutto” ha ammesso Tony Stark. E tutti i torti non li ha perché il suo ingresso in Iron Man ha riportato sulla luna una carriera che sembrava persa fra alcol, droghe e guai con la giustizia.
In questo momento scrivo guardando su Fox una puntata di Big Bang Theory dedicata proprio a Stan Lee. Anche il canale lo ha salutato a modo suo: vedo “Ciao Stan Lee” in alto a sinistra dello schermo ed eccolo lì, in una delle sue immancabili apparizioni, uscire dalla porta di casa e presentarsi davanti a Sheldon con una vestaglia di velluto blu targata Fantastici 4.
Momento di real time writing a parte, Lee era un simbolo della cultura pop e non era certo un caso che si prestasse a comparsate diventate col tempo una specie di marchio di fabbrica. Ironia della sorte, è riuscito a girare il suo ultimo cameo in Avengers 4, film che già oggi assume contorni assai nostalgici poiché sarà l’ultima occasione per vedere Stan in un film dell’MCU (oltre ai Vendicatori a fine contratto…). Già mi immagino gli applausi in sala…
Io lo ricordo come una figura che mi ha aperto ingressi a mondi sconosciuti. Spider-Man è stato il mio primissimo fumetto, la storia raccontava di uno degli eterni duelli con Goblin. Da lì, ho capito come la mia immaginazione di bambino non avesse limiti e oggi, cresciuto, capisco quanto sia fondamentale ricordarlo.
La verità è che con Stan Lee è in debito chiunque sia riuscito a vagare con la fantasia, a infilarsi in un costume e credersi super almeno una volta nella vita. Da oggi il mondo sarà un po’ meno Marvel.