
Il Re Leone: è già amore per il nuovo Simba, ma…
23/11/2018Nel 2018 come nel 1994: in qualunque epoca lo si guardi, Il Re Leone è sempre un tuffo al cuore. Disney ne è perfettamente consapevole e nel teaser trailer del remake live action del suo stesso capolavoro animato ci ha piazzato giusto tre scene iconiche:
- Il sole che sorge sulla savana e apre la storia;
- La grande cerimonia alla rupe dei re per la nascita di Simba, col vecchio Rafiki pronto a mostrare il cucciolo al suo (futuro) regno;
- La mandria di gnu impazzita, che porterà alla tragica morte di Mufasa.
Se non compra all’istante una roba del genere, allora alzo le mani.
Cessata la sbornia di entusiasmo – per il sottoscritto è durata parecchie ore – si può cominciare a riflettere. Il confronto con l’originale è inevitabile e subito salta all’occhio come il regista Jon Favreau abbia rispettato persino le singole inquadrature del super-classico (anche Gus Van Sant nel suo remake di Psyco si era calato in un simile omaggio, delirando in un maniacale copia e incolla dei timing delle sequenze).
Il lavoro è il continuum di quanto già realizzato con Il libro della giungla e anzi per il nuovo Re Leone sembrano essere stati fatti ancor più passi avanti, tanto che ormai pare di essere vicini al documentario.
Un realismo simile, però, porta con sé anche una discreta dose di rischi. Mi spiego: il film originale regala momenti perfetti per il contesto animato. Canzoni, coreografie in stile musical e tutte quelle sfumature cartoonesche dei personaggi che, mischiate alle tante dinamiche adulte della trama (molto shakespeariana), creavano il pacchetto ad hoc per tutta la famiglia.
Ora in questa nuova versione mi risulta difficile immaginare Timon e Pumba che insegnano a Simba “Hakuna Matata”. Mi capite? E’ come se il realismo di queste prime immagini in qualche modo stoni con la spensieratezza della controparte animata. E infatti mi aspetto un risultato in linea con quello ottenuto da Il libro della giungla, ossia un prodotto con una sua identità, più maturo e, se vogliamo, anche più drammatico.
La (mia) sensazione è che Disney abbia più voglia di crescere del solito ora e sono pronto a scommettere che anche il remake di Dumbo targato Tim Burton sarà figlio di questa seconda vita dei grandi classici. La cosa innesca ipotesi interessanti: forse la major sta pensando di alzare il target di pubblico (attenzione: sto escludendo dal ragionamento i film Pixar, mai stati davvero per bambini) riadattando i capolavori di una generazione per una nuova fetta di audience che, senza aprire profondissime parentesi sociologiche, sembra voler diventare grande in fretta.
Il resto? Luca Ward ha preso il posto dell’immenso Vittorio Gassman nel doppiaggio di Mufasa e quanto ascoltato nel teaser non mi ha convinto del tutto. Il confronto è impietoso, vero, e la scelta comprensibile pensando al timbro autorevole di Ward, eppure non ho percepito la solennità che il padre di Simba da sempre rappresenta. Inoltre aspetto di (vedere e) ascoltare Scar: Tullio Solenghi era riuscito a cogliere tutte le sfaccettature di uno Iago in versione felina, fra i villain più calcolatori e infidi usciti dalla porta della Casa di Topolino; chiunque ne raccoglierà il testimone non potrà essere da meno.
Detto questo, l’hype è altissimo. Ai dubbi dico: Hakuna Matata.