Fantasmi e legami: qualcosa di personale

Fantasmi e legami: qualcosa di personale

02/01/2019 0 Di AndreMovie

Fantasmi. Da bambini li immaginiamo nelle forme più disparate e terrificanti, che in comune hanno una cosa sola: sono sempre entità nascoste. Presenze lontane dalla luce, sempre nel buio, pronte a uscire da sotto il letto o da un armadio per afferrarti e trascinarti chissà dove. Da adulti la percezione della realtà cambia ma non questo principio. I fantasmi smettono di essere mostri ma vivono ancora in uno spazio nascosto. Perché si trasformano in ricordi, desideri, segreti, paure. Qualcosa che sfugge al razionale, al logico e riaffiora allo stesso modo in cui, da piccoli, ci sembrava che una mano artigliata sbucasse dal buio.

L’incubo di Hill House è una serie Netflix che parla di fantasmi secondo questo duplice punto di vista, mettendo a confronto il mondo morbido in cui si vive da bambini, plasmato dal potere (anche oscuro) dell’immaginazione, e la vita problematica degli adulti. L’ho finita da mesi e non c’è un motivo particolare se ne parlo solo ora. Come un ricordo è riaffiorata quasi all’improvviso e mi sono reso conto di quanto, quella storia, mi abbia fatto riflettere.

Hill House
Hill House: molto più di una casa infestata

Dietro ai classici paradigmi narrativi della casa stregata, la serie nasconde una maturità importante. I fantasmi di cui racconta sono i rimorsi, le colpe, i fallimenti e le speranze di una famiglia. Una come tante, numerosa (coppia di genitori e cinque figli, due maschi e tre femmine), felice, che giorno dopo giorno si sgretola.

Al di là del semplice lato horror, ciò che davvero rappresenta il cuore dello show è l’importanza dei legami. I legami che tengono unite una famiglia, un’amicizia, una coppia. “Un legame è per sempre”, si dice, e spesso credo sia un’espressione rassicurante in cui ci si culla fin troppo. Perché è facile dimenticarsi come un legame tra due persone, per quanto forte, sia anche complesso ed estremamente fragile. Si crea, si rafforza, si allenta, si spezza e si riforma di nuovo.

Il collante che lo tiene insieme sono le nostre azioni ed è qui il nocciolo della faccenda. Quanta forza abbiamo per proteggere quel legame? Cosa siamo disposti a fare per ricostruirlo ogni volta che si indebolisce?

Penso che in queste due domande, così semplici e dirette, si nascondano la maggior parte dei fantasmi di ognuno di noi. E l’unico modo che conosco (o meglio che ho imparato a conoscere) per combattere una paura o qualsiasi altra forza illogica che sfugge a ogni schema razionale, è attraverso un’arma altrettanto irrazionale, ossia l’amore.

Parlare di amore è pericoloso, si rischia di cadere nella banalità assoluta. Ma se lo si fa con sincerità, il rischio lo si può aggirare. Quando parlo di amore, dunque, ne parlo nel senso più puro e universale che conosco. Parlo di amore per le proprie passioni, per gli amici di una vita, la famiglia e la persona che ti sta accanto. È una forza indispensabile che lega tutti questi elementi: per questo motivo si deve avere il coraggio di difenderla e ricercarla sempre, senza alzare barriere che allontanano invece di proteggere.

Hill House, con i suoi fantasmi e le sue stanze segrete, mi ha insegnato questo. Mi ha ricordato quanto sia importante combattere per quello che si ama, fino a quando se ne ha la forza. Perché un legame è per sempre. Una consapevolezza che non smetterà mai di darmi un caldo senso di speranza.