
Hunters, il grande bluff dei “bastardi” di Al Pacino
12/03/2020Se c’è una cosa che la Storia e Quentin Tarantino insegnano, è che non si è mai troppo cattivi con i nazisti. Del resto, perché esserlo con chi rappresenta la cosa più vicina all’incarnazione del Male sulla Terra? Domanda scontata forse, non per Hunters, nuova serie Amazon con protagonista una squadra di nazi-cacciatori, guidata nientemeno che da Al Pacino.
Partendo dagli hitleriani infiltrati negli USA sotto alter ego, la serie immagina il pericolo di un Quarto Reich sorgente nella New York del 1977. A cercare ed eliminare i diabolici crucchi ci pensa il team di Pacino, di cui fa parte anche Logan “Percy Jackson” Lerman: sua nonna, ebrea, viene uccisa e lui giura vendetta e fedeltà alla causa del grande Al.
Hunters: a scuola dai veri bastardi, grazie
Pacino interpreta Meyer Offerman, magnate che finanzia le imprese dei cacciatori. La formazione della squadra conta svariati personaggi, ciascuno incasellato nella sua caratterizzazione: abbiamo una suora killer; un attore decaduto che cerca di tornare alla ribalta; un ex soldato di origini asiatiche sopravvissuto al Vietnam; una coppia di coniugi scampata ai campi di sterminio ed esperti in telecomunicazioni, esplosivi e quant’altro; e, infine, una “Foxy Brown” che mena calci e spara volentieri, figlia della blaxploitation di quegli anni.

La serie li presenta come se fossero i concorrenti di un programma televisivo: è il primo dei diversi intermezzi che spezzano la routine stilistica dello show, variando il registro pulp di fondo con toni satirici, sarcastici o grotteschi.
Una commistione di stili e linguaggi interessante che dona ad Hunters piacevoli guizzi tarantiniani. Peccato, però, che si fermino alla semplice citazione. Perché dei Bastardi del buon Quentin questi cacciatori non hanno nulla, anzi dovrebbero andare da Aldo Raine e soci per un corso intensivo su come ammazzare un nazista e vivere felici.
Si fingono spietati, votati alla causa, ma alla fine sprofondano nei dualismi e nelle debolezze intorno a cui la serie costruisce la sua storia.

Dilemmi morali costanti nella lotta fra Bene e Male che il più delle volte irritano anziché generare riflessione. Perché prendersi così sul serio? Non mi aspettavo né volevo un sequel di Bastardi senza gloria, ma qualcosa che non si facesse tante domande sì, soprattutto in situazioni in cui la risposta è ovvia. Insomma, hai davanti un fanatico, delirante, sociopatico nazista come il giovane Hitler incarnato in un insopportabile americano biondino (IL vero cattivo della serie, una specie di Jojo Rabbit cresciuto malissimo), e ti interroghi su cosa sia giusto o sbagliato fare? Eli Roth l’avrebbe preso a mazzate, prima di crivellarlo col mitra come fatto col Führer. Punto.

Invece qui è tutto un filosofeggiare su un senso di giustizia nobile, indispensabile per evitare di trasformarsi negli stessi mostri che si combattono. DUE PALLE.
E sì che Hunters avrebbe tutto per colpire e sconvolgere davvero: un cast corale ed eterogeneo guidato da un fuoriclasse come Pacino; un tema di riferimento che da sempre smuove le coscienze; uno scenario da incubo come il riproporsi su scala mondiale della minaccia nazista e un gruppo di protagonisti forse troppo preconfezionati ma comunque in grado di dire la propria.
Il problema principale è che strada facendo lo show sembra entrare in crisi d’identità, dimenticandosi chi o cosa voglia essere davvero: una storia di vendetta? Un dramma? Una commedia-parodia? Una spy story? Converge tutto ma in modo disordinato e questo inevitabilmente indebolisce l’intera struttura.
Hunters, il finale – SPOILER
Con fatica arrivo al finale di stagione. Che vorrebbe far cadere dalla sedia con un colpo di scena in stile Shyamalan… e invece mi fa cadere dal divano per l’idiozia con cui sgretola quanto raccontato sinora. La mia sospensione dell’incredulità crolla, arresa.
Scusate se me ne infischio degli SPOILER ma devo sfogarmi un minimo. Quindi in caso fermatevi qui, STOP, non andate oltre, spegnete tutto, fate qualsiasi altra cosa che non sia leggere, che ne so guardate in alto oppure arrivate anche voi all’ultima puntata di Hunters e fatemi sapere, magari vi piace e gridate al miracolo televisivo…

In sintesi: il personaggio di Al Pacino è un nazista. Non uno qualsiasi, ma il chirurgo che era la preda numero uno della caccia. Spiegazione del grande bluff: finita la guerra, si è finto ebreo sotto mentite spoglie, vivendo la vita di un ebreo da lì in avanti. Dettaglio sufficiente, stando alle menti dello show, per farlo pensare come un ebreo, per comprendere la sofferenza e il dolore dell’Olocausto e quindi decidere di mettere in piedi l’intera operazione. WTF.
Stavo per buttare via il telecomando, ma non era ancora finita perché in Argentina ritrovo Hitler, il vero Hitler, che insieme alla sua Eva Braun vive in una reggia stile Pablo Escobar, con piccoli bimbi ariani a correre nei campi. Colpo di grazia.
Incredulo, spengo. Da Jordan Peele, che qui è produttore ma mi aveva straconvinto con i suoi Scappa – Get Out e Us (Noi), mi sarei aspettato di più. Una seconda stagione, probabilmente, si farà. Io mi fermo. Ma mi riguardo, senza pensarci, Bastardi senza gloria.