I Am Not Ok with This, la serie Netflix tra Carrie e X-Men

I Am Not Ok with This, la serie Netflix tra Carrie e X-Men

15/03/2020 0 Di AndreMovie

Adolescenti al liceo. Periodo complicato. Succede un po’ di tutto, fra innamoramenti, delusioni cocenti, squilibri ormonali e tutti gli alti e bassi di una profonda fase di cambiamento. La prima, in verità, del lungo percorso di definizione della propria identità che cinema e tv hanno sempre esplorato in tutte le salse. La nuova declinazione arriva da Netflix e si chiama I Am Not Ok with This: tratta dal romanzo grafico di Charles Forsman (pubblicato in Italia da 001 Edzioni), la serie viene dai produttori di Stranger Things e da Jonathan Entwistle, già regista di The End of the F***ing World (altra variazione sul tema disponibile sulla piattaforma).

(Non) La solita vita da teenager

Protagonista dello show è Sydney, una “noiosa diciassettenne bianca” – come lei stessa si definisce nel suo diario – che però rispetto ai suoi coetanei ha qualcosa in più: straordinari (e devastanti) poteri telecinetici.

Scopre per caso della loro esistenza, in un momento di rabbia. Più perde il controllo, più è frustrata, più i danni sono importanti: da una crepa sulla parete di camera sua, alla biblioteca della scuola distrutta…

Ora, la storia di Sydney non è certo delle più facili: suo padre si è suicidato nel seminterrato di casa, lasciando la figlia a crescere con la madre cameriera – con cui il rapporto è ovviamente conflittuale – e il fratellino.

Al liceo non è esattamente la regina delle relazioni sociali e le cose non migliorano quando la sua migliore amica Dina si fidanza con l’atleta più cool del liceo, trascurando il loro rapporto.

Rabbia, isolamento, la sensazione di essere costantemente fuori posto o non capita: Syd si sente sempre così, ma almeno c’è chi si schiera dalla sua parte come Stanley, suo compagno di scuola e dichiarato ammiratore.

Un po’ Carrie, un po’ X-Men

Questo è il quadro narrativo generale, un confortevole ambiente indie che I Am Not Ok with This sviluppa in sette episodi da 20 minuti ciascuno. Formato leggero e scorrevole, ideale per una storia di questo tipo, che vuole conservare una certa leggerezza, divertire e creare sincera empatia per i protagonisti.

Difficile guardare Sydney e non pensare a Carrie White, il personaggio creato da Stephen King e congelato nella memoria cinefila dal ritratto di Sissy Spacek nell’adattamento di Brian De Palma. In tutti i suoi casini, Syd sembra quasi la sorella “felice” di Carrie. È chiaro che il termine di paragone vive di inquietanti atmosfere horror, lontane anni luce dalla serie, ma le due ragazze hanno parecchio in comune. La telecinesi, certo, ma anche le difficoltà di inserimento a scuola e una rabbia interiore figlia del desiderio di uscire finalmente dall’invisibilità. Senza dimenticare un ballo di fine anno che dopo l’incanto iniziale riserva un epilogo piuttosto… cruento…

I am not ok with this, sophia lillis
Un ballo da “ricordare”: l’omaggio a Carrie in I Am Not Ok with This (Netflix, 2020)

Altra curiosità: a interpretare Syd è Sophia Lillis, già volto di Beverly (versione teen) in IT di Andy Muschietti. E dei Perdenti che hanno sfidato Pennywise, I Am Not Ok with This si è portato dietro anche Stanley, alias Wyatt Oleff, che ha conservato persino il nome del suo personaggio.

L’alchimia tra i due è tenera e divertente quanto basta per rendere la coppia adorabile. C’è del romance ma anche quel twist che trasforma Stanley nell’aiutante del “supereore”, attraverso guizzi nerd che citano tanto della cultura fumettistica, X-Men in testa.

E a proposito di citazioni, così come avvenuto per Stranger Things anche qui gli anni ’80 vivono di revival. L’episodio cinque, per esempio, è palesemente ricalcato su The Beakfast Club (disponibile su Netflix), manifesto generazionale ancora oggi modello per le storie a tema adolescenziale – come tutte le commedie di John Hughes, del resto -.

I am not ok with this, season 1, episode 5, netflix
Studenti in punizione + una palestra + una biblioteca = The Breakfast Club (I Am Not Ok with This, S1E5)

In un pomeriggio, dunque, I Am Not Ok with This si divora veloce veloce. Forse troppo, perché alla fine la sensazione è di aver interrotto tutto sul più bello. Chi è la figura misteriosa che sta seguendo Syd? Qual è il mistero dietro la morte del padre? E soprattutto, cosa nasconde l’origine dei suoi poteri?

Domande a cui questa prima stagione non risponde piazzandoci un cliffangher grosso così. Un po’ di amaro in bocca resta, ma evidentemente il progetto era dare a questo primo ciclo di episodi un ruolo anzitutto introduttivo.

Ora che ci siamo presentati, Syd, non vediamo l’ora di conoscerti meglio.

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