Justice League, la Snyder Cut e un futuro che non c’è

Justice League, la Snyder Cut e un futuro che non c’è

21/03/2021 0 Di AndreMovie

Ce l’ha fatta Zack Snyder. Finalmente la sua versione di Justice League è arrivata a disposizione del mondo intero, a scanso di equivoci col titolo di Zack Snyder’s Justice League, giusto per dire fin da subito “io con quella roba uscita nel 2017 non c’entro assolutamente nulla”. Quattro ore di immersione nell’universo DC, a ricordarci cosa avrebbe dovuto essere e a suo tempo non è stato. Quattro ore di rimpianti, in sostanza, se non di Snyder che ora si è preso la sua personale rivincita, quanto per Warner, che ancora paga il conto delle scelte del passato. Non so voi, ma io ho avuto un mix di sensazioni guardando questa director’s cut. E ora, metabolizzato tutto, rifletto in senso generale.

Anzitutto un’operazione del genere credo guadagni dalla fruizione casalinga, che alleggerisce le quattro ore filate con tutte le pause permesse dal contesto domestico. In sala sarebbe stata un’esperienza più complicata, se non estenuante, a dimostrazione di come l’uscita diretta in piattaforma (Sky in questo caso) o ibrida oggi è una realtà con cui per forza di cose pubblico e industria devono fare i conti, nella grande speranza che i cinema riaprano presto.

Il film in sé, comunque, è innegabilmente migliore di quello uscito al cinema, che poi era il risultato sperato. Non che ci volesse molto, ma fa un certo effetto rendersi conto di avere davanti agli occhi qualcosa che adesso un senso ce l’ha. Qualcosa con un suo taglio, una struttura e uno stile riconoscibilissimo. La Justice League di oggi ha una sua precisa identità e Snyder ce la presenta lungo 240 minuti in cui si prende tutto il tempo di cui ha bisogno per approfondire i personaggi, creare i background giusti, abbandonarsi a quelle slow-motion epiche che gli piacciono tanto e inscatolare l’azione in un misterioso formato 4:3, che giuro non capirò mai.

Praticamente nulla di quanto rimaneggiato da Joss Whedon nel 2017 è rimasto, c’è solo materiale Snyder DOP, unito ai progetti di continuità pensati a suo tempo dal regista. La Snyder Cut infatti lascia chiaramente intendere come dalla storia avrebbero dovuto svilupparsi almeno altri due sequel, senza tralasciare il nuovo stand alone su Batman che in origine doveva essere diretto e interpretato da Ben Affleck. Gli allacci sono sparsi e infine quasi tutti raccolti in un Epilogo che resta la cosa più sconclusionata del film e in c’è la qualunque: dal ritorno di Lex Luthor al Deathstroke di Joe Manganiello, il cattivo designato per combattere il Pipistrello prima che Affleck abbandonasse la baracca a favore di Matt Reeves e Robert Pattinson. Ah certo, ovviamente, non manca il tanto chiacchierato Joker di Jared Leto, della cui esistenza sto ancora cercando di farmi una ragione.

Ma è lo spazio dedicato a Darkseid ad avere il peso maggiore, perché la comparsa di quello che in sostanza è l’equivalente di Thanos della Marvel doveva essere il set up per una nuova e immensa battaglia, magari anche con nuovi alleati quali Martian Manhunter che oggi ci ritroviamo uscito dal nulla cosmico. Peccato che di tutto questo, come degli universi paralleli (e profetici?) sognati da Bruce Wayne, difficilmente vedremo qualcosa nei prossimi anni. È lo stesso Snyder ad averlo chiarito nel corso di un’intervista a margine dell’uscita del film:

Quando ho iniziato a lavorare sulla mia versione, Warner mi ha detto che il punto di riferimento per il suo universo sarebbe comunque stato il film uscito al cinema. Quando a suo tempo abbiamo cominciato a lavorare al film si era parlato di realizzare due sequel mentre uscivano gli altri stand alone. Ma oggi a essere onesti Warner Bros. non ha espresso alcun interesse nel coinvolgermi in nuovi progetti e mi sta bene al 100%. Ammetto di non morire dalla voglia di avere a che fare con un altro cinecomic“.

Tradotto: Zack Snyder’s Justice League è una storia a sé. Un’opera destinata a rimanere sospesa nella cupola delle buone intenzioni e di quegli universi “What if…?” tanto cari ai fumetti. Per questo sa solo di rivincita e fugge da ogni pianificazione futura. Con questo non dico che non ce ne facciamo nulla, anzi: la community di fan DC l’ha invocata per anni e onore va a Snyder per essere riuscito a portare a termine la sua personalissima visione, che per altro potrebbe avere anche una variante in bianco e nero, magari da inserire nella release home video.

Ma preso nella sua unicità, Zack Snyder’s Justice League evidenzia una volta di più quanto l’universo DC abbia tutto fuorché un senso di condivisione. Perché cestinare così nettamente l’idea originale di Snyder per dare via libera a una versione snaturata e dilaniata da mille problemi? Si parla di “universo condiviso” ma dopo Batman v Superman e Justice League sono usciti Wonder Woman, Aquaman e Wonder Woman: 1984, nessuno dei quali collegato al crossover. Ora il film su Flash dovrebbe finalmente vedere la luce di un tunnel che sembrava infinito ed è probabile che esplorerà la teoria del multiverso, con (si vocifera) tanto di cameo di Michael Keaton e Ben Affleck per due versioni diverse di Batman. BAH.

Il senso di tutto questo mi sfugge, anche perché Affleck non avrà più nulla a che fare con l’uomo pipistrello e il film di Reeves sembra più vicino allo stile del Joker di Todd Phillips che al resto. Wonder Woman avrà un terzo sequel, così come Aquaman un secondo, ma l’universo di supereroi DC resta di una confusione colossale che ormai sembra difficile resettare.