Moda e vendetta: ecco la nuova Crudelia

Moda e vendetta: ecco la nuova Crudelia

30/05/2021 0 Di AndreMovie

C’erano una volta i cattivi Disney. Ripassino rapido: la strega di Biancaneve, Ursula di La Sirenetta, Scar del Re Leone, Jafar di Aladdin: tutti personaggi che vivevano in un’unica dimensione oscura, senza sfumature o redenzione. Malvagi per definizione e anche per necessità, perché una storia senza un cattivo non avrebbe neppure un eroe. Fra questi, ovviamente, c’è anche Crudelia De Mon, iscritta dall’American Film Institute nella top 100 dei migliori villain della storia del cinema. E d’altra parte, come può non inquietare una signora che già nel nome di battesimo ha una combinazione di “crudele” e “demone”?

Oggi però la storia è diversa, nel senso che sembra esserci una tendenza, da parte dell’intrattenimento per famiglie, di svuotare i suoi cattivi della pura carica malvagia che dovrebbe sempre animarli a favore di una condizione più ibrida, un po’ di qua e un po’ di là. Una condizione in cui si plasma proprio Crudelia.

La casa di Topolino ne racconta le origini in un live action che reinterpreta anche la tradizione, invitandoci a riconsiderare tutto ciò che pensavamo di sapere sul personaggio e sull’immaginario di La Carica dei 101. È un film pop, Crudelia, dall’estetica accattivante (la costumista è la stessa di Mad Max: Fury Road), e viaggia sui binari di una storia che all’inizio pesca da Oliver Twist, prosegue echeggiando Il diavolo veste Prada ed esplode con quella follia molto vicina alla Harley Quinn di Margot Robbie. Troppo? Può darsi, ma almeno funziona.

Sì, perché il film di Craig Gillespie è forse il miglior riadattamento tra i recenti revival dei classici Disney. Merito di una protagonista, Emma Stone, che pare nata per il ruolo, ma soprattutto di una carta d’identità che si definisce scena per scena. La natura della nuova Crudelia infatti vanta una sua originalità e segue con coerenza il trend del momento, che – ripeto – ci dice quanto i cattivi in realtà non siano poi così cattivi. Scopriamo così che il personaggio vive di una doppia anima, una più timida e amichevole che risponde al nome di Estella, e un’altra più geniale, ribelle e autoritaria che si chiama Cruella. Da questa personalità bipolare comincia il lavoro sulla tradizione, perché Cruella è il nome della protagonista nella versione originale e questa volta è stato mantenuto, a differenza di quanto fatto con il doppiaggio del capolavoro animato.

Il contesto è quello della Londra anni ’70, culla del punk rock e della sua forte corrente di protesta. Perfetto per un personaggio che cresce consapevole del suo talento artistico come stilista e bramoso di avere finalmente la sua occasione, alla faccia di un sistema che la butta costantemente a terra. Qui entra in scena quella che possiamo considerare la vera villain del film, La Baronessa, interpretata da una glaciale Emma Thompson: stilista egocentrica, senza scrupoli, leader nel mondo della moda e con tre, ringhiosi cani dalmata al guinzaglio, pronti ad azzannare chiunque a comando.

Ora, ditemi quando mai avete visto un dalmata affamato di carne umana…? La cosa lascia perplessi, ma anche questo è un elemento di rivisitazione (insieme ai nuovi Gaspare e Orazio) che ricopre un ruolo ben preciso all’interno della storia e fa parte dell’incontro/scontro “Emma v Emma”: all’inizio sembrano avviate verso un rapporto allievo/mentore simile a quello fra Meryl Streep e Anne Hathaway in Il diavolo veste Prada, ma presto si ritrovano a combattere a colpi di sfilate eccentriche e spettacolari (ed è qui che il film sale a livello visivo e scenografico).

Il cuore di Crudelia è anzitutto questo: una storia di rivalsa e vendetta di chi nasce outsider ed è pronto a prendersi ciò che gli spetta, in barba alle regole e ai buoni sentimenti (che comunque non mancano). Il consiglio è quindi di slegarsi dai ricordi della propria infanzia e dallo stampino del personaggio che tutti conosciamo, perché se si cerca un anello di congiunzione perfetto col film d’animazione, beh, non si troverà. Piuttosto, si troverà un prodotto nuovo, fresco, che gioca con i riferimenti della tradizione e scrive una sua storia. Stilosa, grintosa. Con una protagonista maledettamente magnetica.