
A Quiet Place 2, la paura cresce nel silenzio
26/06/2021Una regola non scritta della serialità cinematografica è che un sequel debba essere quasi per forza “più grande” del primo capitolo. Più ritmo, più azione, più personaggi, più tutto. A volte funziona, altre si supera persino il film d’esordio (Terminator 2, Aliens, Il Cavaliere Oscuro, Ritorno al futuro 2 alcuni rari esempi), ma spesso il risultato è un gran pasticcio. A Quiet Place 2, fortunatamente, non rientra nella casistica più tragica.
John Krasinski è cresciuto, tecnicamente parlando, rispetto al film del 2018, a cui arrivava dopo essersi messo dietro la macchina da presa solo altre due volte, ossia per alcuni episodi della serie The Office e per il family drama The Hollars. A Quiet Place è stata la sua prima prova del 9, se vogliamo, il primo grande salto nella terra delle produzioni di un certo peso. Horror, certo, ma anche dramma familiare, survival movie, thriller: il film aveva tutti gli elementi per essere il successo che poi è stato (oltre 350 milioni di dollari nel mondo a fronte di un budget da 17 milioni), compreso il talento di un regista/attore che sapeva quello che faceva, ma forse non ne aveva ancora la piena consapevolezza.
Con A Quiet Place 2 Krasinski è tornato agli ingredienti cardine della sua creatura, ma la sensazione è che questa volta abbia avuto più padronanza nella gestione della storia e che fosse conscio sin dall’inizio di come, per un sequel di questo tipo, l’arma del silenzio non bastasse più a reggere da sola suspense e ritmo.
Così, a coordinate già note che fanno sentire il pubblico a casa, affianca novità semplici e funzionali. Ritroviamo Evelyn (Emily Bunt) e i suoi figli – piccolino appena nato compreso – dove li avevamo lasciati, vale a dire in fuga dai mostri, ma ora la loro strada si incrocia con quella di Emmett (Cillian Murphy), new entry importante presentata già nel prologo, certamente non scioccante come quello del primo capitolo ma determinante nel raccontarci come l’orrore sia iniziato all’improvviso, a squarciare la quotidianità di genitori e figli durante una partita di baseball.
Il mondo è dunque sempre devastato e immerso nel silenzio. E nel silenzio si va avanti: non è più solo un elemento di tensione, ma una condizione in cui si cerca di sopravvivere e soprattutto di crescere, cosa che riguarda i più giovani così come gli adulti, costretti a trovare la forza di ripartire dopo tutto quello che già hanno perso.
Krasinski sceglie di raccontare la sua storia dividendo il gruppo protagonista, quando invece nel primo capitolo l’unione era una condizione imprescindibile. Questo alza la posta in gioco creando due situazioni per cui stare in ansia, che procedono a colpi di montaggio alternato lasciando pochi attimi di respiro. Il controllo del ritmo è intelligente: si accelera e si rallenta solo quando necessario e nessuno spavento da salto sulla sedia è messo lì a caso, ma pensato e funzionale, che sia un rumore improvviso o l’arrivo del mostro in questione.
A dispetto di quanto si possa pensare, però, i veri protagonisti qui sono Regan e Marcus: sono loro il simbolo della ripartenza dopo la catastrofe e il loro percorso di crescita è il sentiero principale che sta in mezzo al doppio binario della storia. Krasinski li caratterizza come meglio non potrebbe: Marcus è ancora spaventato, anzi terrorizzato dall’idea di restare solo; Regan ha il coraggio e l’intelligenza di suo padre Lee, compresa l’incoscienza necessaria per cercare da sola una salvezza per tutti. Due personalità opposte, ma entrambe in sviluppo, unite da quel legame indissolubile che si crea solo fra due fratelli.
Con loro e per loro si muovono gli adulti, Evelyn ed Emmett, guardiani e protettori (come Lee nel primo capitolo) di un’innocenza che guarda al futuro ascoltando il presente. E ascoltare resta giustamente un concetto dall’ampio valore simbolico, qui ancor più sottolineato, perché oltre a rappresentare la chiave per la salvezza, è uno strumento di connessione e interpretazione della realtà (terribile) che circonda tutti.
È una bella visione, dunque, A Quiet Place 2: in attesa della conclusione della trilogia, è una pagina centrale di un racconto profondo sulla natura umana, a tratti descritta in modi anche più mostruosi delle creature assassine che la minacciano.