Black Widow e il virus Fast & Furious

Black Widow e il virus Fast & Furious

11/07/2021 0 Di AndreMovie

Diciamocelo subito: col senno di poi, Scarlett Johansson meritava di congedarsi dal palcoscenico Marvel con un addio migliore. L’estremo sacrificio in Avengers: Endgame era forse più che sufficiente per dare il senso ultimo alla sua Vedova Nera, ma lo spin-off era in cantiere da ben prima dell’atto conclusivo della guerra contro Thanos. Quindi ecco Black Widow, che con un anno di ritardo causa COVID-19 arriva in sala come primo film della Fase 4 dell’MCU, presentandosi però sorprendentemente sottotono.

L’idea di fondo era anche ottima: esplorare tutto ciò che ancora non era stato raccontato di Natasha Romanoff, del suo addestramento al servizio del terribile KGB e di quello scontro a Budapest con Occhio di Falco, accennato nel corso del dialogo con Loki nel primo Avengers. Peccato che tutto se ne vada a farsi benedire in favore dello “spettacolo” di un’azione sconclusionata che domina la seconda metà del film, come contagiata dal “virus” Fast & Furious.

Parlo di virus perché è come se le imprese incredibili su quattro ruote di Vin Diesel e soci siano uscite dai loro confini per contagiare come mai prima il mondo Marvel. È ormai da tempo che il franchise F&F ha deciso di sfidarsi a ogni capitolo, trovando situazioni sempre più folli in cui catapultare i suoi protagonisti. Che precipitino da un grattacielo a Dubai o finiscano nel mirino di un missile da guerra poco importa, ne escono sempre belli tranquilli al volante. Ma perché sorprendersi, in fondo? Questo è il linguaggio della saga, se non piace basta non andare al cinema.

Il punto è che da Black Widow non te l’aspetti. Mi immaginavo un film sì action, ma credibile, più in stile Bourne Identity per capirci. Rispetto agli altri Avengers, Nat è sempre stata al centro di sequenze dalle dinamiche ben precise: scontri fisici, armi da fuoco e un’abilità unica nel manipolare l’altro per ottenere informazioni preziose. Tutto in linea con le sue caratteristiche. Il film di Cate Shortland percorre questa direzione solo per la prima metà, che infatti funziona. Poi, il virus F&F riscrive le regole del gioco e del personaggio.

Con ordine: Black Widow si colloca dopo Captain America: Civil War. Conosciamo subito l’infanzia in Ohio di una giovane Natasha (interpretata da Ever Anderson, figlia di Milla Jovovich e W. S. Anderson) e di sua sorella Yelena (Florence Pugh). Una cover di Smells Like Teen Spirit dei Nirvana accompagna i titoli di testa e getta una luce oscura sulla storia, anticipando la crudeltà del KGB nel reclutare giovanissime ragazze per trasformarle in letali Vedove Nere. Per un po’ si procede lungo un disegno coerente, poi il film cambia registro, mi ritrovo momenti di humor raramente così fuori contesto in un film Marvel e, appunto, un’azione che trasforma Scarlett Johansson nella nuova Captain Marvel. Può persino rompersi il nasino da sola e rimetterselo a posto come se niente fosse l’attimo dopo, o menarsi col cattivone di turno precipitando senza paracadute da una base segreta al di sopra delle nuvole. Cade sempre in piedi, perfetta. Dov’è finito il personaggio che durante l’invasione dei chitauri a New York diceva “questo va oltre le nostre possibilità” al suo amicone Hawkeye?

Il cuore emotivo del film batte sul concetto di famiglia: finta o biologica che sia, un legame è per sempre. Ci starebbe anche, ma tutto si riduce in un pranzo a tavola che alterna la frustrazione (o i capricci) di Florence Pugh, la freddezza di Rachel Weisz, razionale quanto la scienziata che interpreta, e le battute a effetto di David Harbour, un ex supersoldato russo che avrebbe dovuto essere la risposta sovietica a Capitan America e invece vive nei ricordi di una gloria che non ha mai avuto.

Della stanza rossa, dell’addestramento traumatico di Natasha, del suo passato, che doveva essere finalmente rivelato, poco si sa. O meglio, ciò che è raccontato, lo è solo in superficie, sino al passaggio di testimone per ciò che sarà. Rispetto alle serie tv, WandaVision su tutti, questo primo, nuovo passo cinematografico Marvel è a ritroso. Più vicino ai pasticci DC, quasi. è ancora presto per preoccuparsi (e nel sequel di Doctor Strange credo tantissimo) ma serve ritrovare presto la giusta rotta.