
The Sandman, il sogno oscuro di Neil Gaiman prende vita su Netflix
28/09/2021Terrorizzato da me stesso, scopro con colpevole ritardo che Netflix ha rilasciato il primo teaser trailer di The Sandman, la serie basata sul capolavoro a fumetti di Neil Gaiman. La data di uscita è ancora nascosta dietro un “prossimamente”, ma il mio hype è già alle stelle. Il motivo è molto semplice: sono un fan del lavoro di Gaiman. E posso dire fin da subito che Netflix si è presa una bella sfida nell’adattare un’opera complessa, profonda e multi-stratificata come questa. Ma dato che non vale mai la pena fasciarsi la testa prima del tempo, mi aggrappo al dettaglio che lo stesso Gaiman sia il produttore esecutivo dello show, ed è sempre un bene quando l’autore del materiale originale gira intorno al relativo adattamento.
Per chi non la conoscesse, la storia a fumetti di Sandman ha radici lontane. Dobbiamo correre indietro nel tempo sino al 1939, quando sul numero 40 della serie a fumetti Advenure Comics della DC Comics, compare un certo Wesley Dodds, uomo d’affari che combatte il crimine con una pistola che emette gas soporifero. Ritratto lontano dal look di Tom Sturridge qui sopra, che dite?
Questa prima versione non fa impazzire né il pubblico né DC e la serie rischia di chiudere. Fortuna che nel 1988 Neil Gaiman, con tutta la follia e l’entusiasmo del giovane autore inglese arrembante, entra in gioco per ridefinire le caratteristiche non solo del personaggio, ma dell’intera collana. Un restyling completo che non risparmia nulla di quanto visto sino a quel momento, per virare verso la trasformazione di Wesley Dodds nel Signore dei sogni.
Ora, è bene precisare che il nuovo Sandman vede la luce in un periodo di grande cambiamento della storia del fumetto. Un periodo in cui emerge un nuovo tipo di linguaggio, molto più coraggioso perché aperto alla sperimentazione promossa da autori come Frank Miller e Alan Moore. Gaiman forse va addirittura oltre le innovazioni di Sin City o Watchmen, perché costruisce un mondo in cui coesistono infiniti stimoli culturali, dalla mitologia nordica a quella egiziana e africana. Il clima di sospensione onirica da sempre caro al noir, qui raggiunge la sua più estrema rappresentazione, con un’opera che per complessità travalica qualsiasi genere e si colloca in quel ristretto numero di gemme artistiche che hanno una voce di per sé, indipendente dallo strumento narrativo che le veicola.

Sandman, dunque, si muove in una dimensione più onirica che reale: è lui, infatti, l’essere che crea e dona le storie, grazie a una fine sabbia bianca con cui cosparge gli occhi dei dormienti. È una figura divina, uno dei sette Eterni (insieme a lui: Destino, Morte, Distruzione, Desiderio, Disperazione e Delirio), fratelli che regolano e incarnano sentimenti e pulsioni degli umani. Da creatura superiore, nasce come un’entità fredda e razionale, ma lentamente si trasforma in un individuo capace di crescere e soffrire, a causa del continuo contatto con i desideri, le passioni e i dolori degli uomini.
Realtà e sogno sono due contesti compresenti, mai separati: il risultato è una profonda sensazione di smarrimento e alienazione, che confonde la percezione. E confonde anche una classificazione precisa dell’opera di Gaiman, che è un miscuglio furioso (ma sempre controllato) di generi, dal noir all’horror, dal thriller al fantasy. Lo stile, di scrittura ed estetico, è riconoscibilissimo e la serie tv dovrà essere in grado se non di replicarlo con fedeltà assoluta (impossibile) quanto meno di esserne fedele nella ricchezza di contenuti. C’è una dinamicità di fondo unica e la narrazione si muove su piani e punti di vista diversi, con il “Signore dei sogni” non sempre al centro del racconto ma comunque presenza costante anche quando defilata.
Sandman ha avuto un impatto profondissimo nella letteratura a fumetti, affermando Gaiman prima di tutto come autore, nel vero senso della parola. Netflix, da colosso dello streaming, ha per le mani qualcosa di altrettanta grandezza. Consapevole di questo, ha raccolto nomi altrettanto grossi, tra cui per esempio David S. Goyer, braccio destro di Nolan nella trilogia del Cavaliere Oscuro. La speranza è che non abbiano ridotto tutto al solito dark fantasy commerciale, rispettando anche solo in minima parte la complessità strutturale del fumetto. Nel 2022 ne sapremo di più.